Chi dice Scozia. . . dice Scotch Whisky!

Non esiste una data di nascita ufficiale per il whisky scozzese. La sua storia si perde nella nebbia delle Highlands, dove fu importato nel medioevo da alcuni monaci irlandesi. Se è vero che l’abito non fa il monaco, nel caso del whisky scozzese possiamo affermare che il monaco fa l’alcol!

Paesaggio scozzese, patria del whisky

Il distillato più amato da zingari e re

Nei secoli successivi, la sapienza della distillazione dello scotch whisky si diffuse a tutta la popolazione scozzese e le distillerie prosperarono, per lo più clandestinamente. Il governo inglese infatti, vista la popolarità della bevanda, penso bene di tassare pesantemente i produttori, incidendo sui prezzi e sulla capacità dei poveri bisognosi di alcol di comprarselo. Gli scozzesi, fieri amanti della loro patria, si rifiutarono di pagare le imposte al governo inglese e nonostante le proteste di Londra, continuarono a produrre la loro acquavite (dal latino aqua vitae, acqua di vita...i latini si confermano detentori di saggezza), per la gioia del popolo e degli avventori. Le cronache raccontano che persino il re d’Inghilterra Giorgio IV, nel 1822, in visita in Scozia, non seppe rinunciare a un buon bicchiere di scotch clandestino. D’altra parte come dirgli di no...è un ordine di Sua Maestà. Il fascino del proibito non risparmia nemmeno i reali. 

La parte degli angeli: parte che evapora durante l'invecchiamento del whisky

Non chiamatelo solo whisky, è la bevanda degli angeli.

Quello scozzese è il whisky più venduto al mondo, ed è ritenuto dagli intenditori anche il più pregiato, grazie al prestigio delle sue distillerie. Il cereale base utilizzato per produrlo è il malto d’orzo. In Scozia il whisky è per lo più blended, ottenuto cioè dalla miscelazione di più di 50 varietà prodotte dalle numerose distillerie locali, le quali conservano di solito una piccola parte della produzione per venderla come single whisky, o single malt, se ottenuto da una sola varietà di malto. Il whisky della casa, insomma, a dimostrazione del fatto che nonostante la produzione importante, l’industria in Scozia non ha perso il suo carattere artigianale e tradizionale. Il processo di maturazione del whisky scozzese avviene in botti di legno solitamente di rovere, dall’interno delle quali evapora circa l’1-2% di prodotto, per la gioia degli angeli che lo berranno in cielo! La percentuale di whisky evaporata si chiama infatti angel’s share ed è la prova dell’invecchiamento del distillato. “La parte degli angeli” è anche il titolo di un bel film del 2012, del regista scozzese Ken Loach, dedicato proprio all’arte del whisky nella sua terra d’origine.

alternare un bicchiere di acqua durante la degustazione di whisky scozzese

Sapevi chi è il migliore amico del whisky?

Strano ma vero, l'acqua. Che non a caso abbonda notevolmente in Scozia. Non tutti sanno infatti che l’acqua è un complemento ideale per il whisky scozzese, ancora meglio se acqua di sorgente. Va bevuta fresca, prima o possibilmente insieme al whisky, e aiuta a liberare gli aromi costretti nel distillato, rompendo i legami chimici interni. Io di solito alterno uno o due sorsi di whisky a una buona sorsata d'acqua, anche un bicchiere intero. Trattenere una goccia d’acqua fresca sulla punta della lingua aiuta anche ad attutire lo stordimento del primo sorso. Già, perché ricordate che lo state sì bevendo con acqua fresca, ma il whisky non è acqua fresca. Ricordiamo al largo pubblico che la gradazione alcolica è solitamente di poco superiore ai 40° :)