Oggi mi va di essere barboso. Aldo in versione professore. Ma non sarà noioso, promesso!
Secondo gli storici, il bourbon si chiama così grazie a un'idea del reverendo Elijah Wood, che nella seconda metà del secolo XVIII diede al distillato il nome di una cittadina del Kentucky. E non c'è dubbio che proprio al territorio del Kentucky e alle sue materie prime si debba il gusto inconfondibile di questa acquavite, tuttora fra i prodotti di punta dell'intera economia del luogo. Non a caso... la particolare composizione del bourbon prevede di solito circa il 70% di mais nella cosiddetta mash (miscela) da cui si ricava il distillato. E se c'è una cosa che abbonda in Kentucky, sono i campi di mais! Il resto è composto da grano o segale e da orzo maltato, il tutto invecchiato in botti di quercia.
C'è un'altra versione sulla scelta del nome bourbon, decisamente più interessante. Secondo alcune cronache il nome deriva dalla volontà degli abitanti del Kentucky di omaggiare le colonie facenti capo ai sovrani francesi (i Borboni) che li appoggiavano nella dura lotta contro la madrepatria inglese, ritenuta oppressiva e soffocante con le sue costanti richieste di dazi e controlli, anche sulla produzione di alcolici. Simpatico, no? Come quando si da a un bambino il nome di un nonno. Ma lo sviluppo di questa varietà di whisky fu tutto americano, tanto che oggi per ottenere la definizione di bourbon è necessario che il whisky sia stato prodotto interamente negli Stati Uniti e che la sua composizione preveda non meno del 51% di mais. Il rye whisky americano si distingue dal bourbon per la sua composizione, che prevede almeno il 51% di segale. Non ha caso il termine rye significa segale. Attenzione: da non confondere con il rye whisky canadese. I canadesi infatti chiamano così tutti i whisky prodotti nel loro territorio, a prescindere dalla composizione delle materie prime. Insomma, hanno semplificato la questione: lo produciamo noi, ci mettiamo della segale e lo chiamiamo rye. Ma non hanno copiato dagli americani! Il nome "rye whisky" in Canada precede infatti di almeno 150 anni la denominazione americana.
Il bourbon e il rye whisky si distinguono non soltanto per la composizione e il sapore, ma anche per i differenti usi che hanno trovato nei bar nordamericani e nel resto del mondo. Se pensiamo al bourbon, forse la prima cosa che ci viene in mente è il protagonista di un film giallo che entra da solo in un bar, si siede al bancone e con voce roca e profonda ordina il suo whisky, abbandonandosi ai suoi pensieri o in attesa che si faccia vivo l'assassino. Il rye whisky, invece, grazie alla sua texture più duttile, è l'ingrediente fondamentale di uno dei cocktail più conosciuti e apprezzati del mondo: il Manhattan, ottenuto da un mix di rye, vermouth rosso e angostura. Si narra che sia stata una donna a inventarlo, nel lontano 1874. E non una donna qualsiasi, bensì Jennie Jerome, madre di Winston Churchill: il futuro Primo ministro britannico. Per dire fino a che punto si puo arrivare quando si beve whisky e poi si fanno dei figli. Io sono prontissimo.